Anit / Comunicati / Costi dell’energia e riduzione dei consumi

Costi dell’energia e riduzione dei consumi

Settembre 2021 – Il Ministro per la Transizione ecologica Cingolani segnala che la bolletta per l’energia elettrica potrebbe aumentare del 40%. Tale aumento è dovuto sia all’aumento dei prezzi delle materie prime, come gas e combustibili derivanti dal petrolio, sia all’aumento dei costi per le aziende che producono energia.

Febbraio 2022 – Nell’autunno 2021 è successo alle aziende, ora gli aumenti si vedono anche sulla bolletta delle famiglie.

L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha diffuso un report con alcuni dati: pur con gli interventi del governo, nel primo trimestre del 2022 il prezzo del gas naturale aumenterà del 94 percento rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre l’aumento dell’energia elettrica sarà del 131 percento.

Questa situazione impatta in modo significativo anche su tutto il settore delle costruzioni e di conseguenza su quello della riqualificazione energetica. Quando si affronta il tema dell’efficienza energetica si è sempre focalizzati sull’ambiente e sull’impatto che le emissioni inquinanti provocano sulla nostra vita. Oggi, purtroppo più che mai, dobbiamo fare i conti anche con il portafoglio. L’aumento dei costi del combustibile ci chiede di consumare il meno possibile e quindi di isolare di più i nostri edifici. Tuttavia, anche il prezzo dei materiali, che a questo combustibile sono per forza collegati, ha avuto e avrà un aumento probabilmente esponenziale. È un gatto che si morde la coda, sia per l’utente finale che per le aziende.

Affrontare oggi un intervento che permetta di ridurre i consumi del riscaldamento significa affidarsi ad aziende che producono materiali e sistemi che rischiano la crisi a causa degli aumenti che a loro volta subiscono. Di fronte a costi dell’energia quasi quintuplicati in pochi mesi, molti imprenditori, malgrado la forte richiesta, hanno deciso di fermare intere linee produttive perché le spese sarebbero state superiori ai ricavi.

In questa situazione già complessa c’è poi un mercato saturo di richieste che le aziende non riescono a supportare; per un’impresa produttiva scommettere anche in nuove linee di produzione significa grossi investimenti, ma l’incertezza legata agli incentivi e alla possibile crescita sono troppi.

L’unica certezza che abbiamo è che per ridurre le emissioni inquinanti, la richiesta di energia e, quindi, i costi, bisogna puntare ad avere edifici sempre più prestazionali.

Grazie a varie diagnosi su edifici reali sottoposti a opere di riqualificazione, possiamo dire che intervenendo su un edificio, oggi in classe G, anche solo con interventi sull’involucro, è possibile ridurre fino al 60 percento dei consumi energetici per il riscaldamento; se poi ci aggiungiamo interventi di miglioramento degli impianti, possiamo raggiungere l’edificio NZEB e arrivare anche all’80 percento.

La politica energetica deve tenere conto di questi aspetti fondamentali e cercare di risolvere il circolo vizioso che si è creato per cui, a fronte dell’aumento dei costi dei materiali e dell’energia, oggi è quasi impossibile creare le condizioni per diminuire la richiesta dell’energia stessa. Il settore delle costruzioni è trainante nell’economia italiana e va incentivato ma nell’ottica della sostenibilità e dell’efficienza. Speriamo che i nuovi provvedimenti garantiscano ad aziende, imprese e professionisti di poter lavorare correttamente creando un mondo più vivibile sotto tutti i punti di vista: ambiatale, economico e sociale.